Il gioco dei nomi
by mila solaris · 19 Maggio 2019
Oggi vorrei portarti a riconoscere l’importanza estrema che ha la lingua che usi nell’ambito della legge. Sai bene che in matematica, in fisica, in chimica, in economia, e in tante altre discipline l’esattezza, la precisione è determinante se vuoi raggiungere un successo. Ecco, ti dico che anche in questo caso l’esattezza, la precisione della lingua che usi è fondamentale al fine di ottenere il risultato desiderato. Tuttavia, non ti sto dicendo che devi diventare un linguista, solo che devi divenire davvero consapevole delle parole che utilizzi e pronunci. Un tempo si diceva che la parola veicolava la magia, e che la lingua scritta era per i pochi sacerdoti di culto. Il gioco dei nomi non è per tutti!
Permutazioni ortografiche
Senza spingermi, per ora, così in profondità sull’argomento, iniziamo a sviscerare le regole di base di questo gioco dei nomi. Ovvero esaminare alcuni dettagli in uso nella lingua “corrente” e verifichiamo se, per esempio, questa è aderente alle nostre necessità oppure se è solo una lingua “volgare“, ovvero del volgo (del popolo mantenuto ignorante appositamente per ottenere consensi a insaputa del malcapitato di turno).
Arriviamo all’aspetto pratico.
Nel linguaggio comune (volgare) leggere (o scrivere) REPUBBLICA ITALIANA o REPVBBLICA ITALIANA, repubblica italiana, Repubblica Italiana o la repubblica italiana, LA REPUBBLICA ITALIANA, La REPUBBLICA Italiana, Repubblica d’Italia o LA REPUBBLICA, La Repubblica o ITALIA, Italia, e così via, in tutte le possibili permutazioni, è la medesima cosa. Tuttavia per il diritto non è così.
Maiuscole e minuscole…che confusione!
Ti hanno insegnato a scuola che i nomi propri si scrivono con l’iniziale maiuscola e i nomi comuni tutto in minuscolo. Quindi, se applichi questa semplice regola, capisci già da solo che le permutazioni ortografiche che ho indicato sopra come esempio, indicano soggetti diversi! Però, per quanto riguarda un nome tutto scritto in lettere maiuscole, la grammatica non sembra pronunciarsi in merito in modo preciso, o perlomeno le mie ricerche in merito mi hanno condotto a risultati tutti simili ai seguenti:
Accademia della Crusca – Uso delle maiuscole e minuscole
Treccani – MAIUSCOLE, USO DELLE
Certo, bisognerebbe definire anche cos’è la grammatica e chi ne stabilisce le regole, ma entreremmo in un altro ginepraio. Per questo mi sono limitato a citare le regole generali di cui sopra, anche perché in periodi storici diversi l’uso delle maiuscole ha visto molte strane usanze succedersi. Sarebbe tuttavia limitativo fermarsi alla grammatica di una data lingua per capire l’importanza del gioco dei nomi.
WORLD INTELLECTUAL PROPERTY ORGANIZATION
Molto più pratico invece è fare riferimento a registi pretesamente pubblici come il WORLD INTELLECTUAL PROPERTY ORGANIZATION per fare qualche considerazione degna di nota.
Infatti, qui si parla di proprietà intellettuale, ergo del diritto di alcuni soggetti di esercitare un controllo, usare e/o vendere, o comprare tale proprietà, nonché di reclamarne il possesso. La precisione in questa sede è assoluta. Una lettera maiuscola o minuscola, una V al posto di una U fanno davvero la differenza per milioni di euro o dollari (sebbene pur sempre moneta legale a corso forzoso). Facendo un giro nel sito della WIPO alla ricerca di nomi importanti, come ad esempio MINISTERO, puoi trovare interessanti registrazioni tra le quali la maggior parte dei MINISTERI della “REPUBBLICA ITALIANA”. Per esempio, la registrazione del MINISTERO DELLA GIUSTIZIA registrato anche come GIUSTIZIA.IT:
E’ senz’altro interessante che alcuni agenti del MINISTERO DELLA GIUSTIZIA abbiano avuto interesse a registrare tale marchio. Come sappiamo la registrazione è fatta a fini commerciali. Quindi mi chiedo, quale è il fine commerciale della GIUSTIZIA?
Giusto e Primo
Hai già capito che potrebbe non essere lo stesso fine della giustizia. Infatti, un mio conoscente di nome Giusto ha fatto tante cose nella vita, alcune belle e alcune brutte, ma nessuno ha mai pensato che lui fosse un uomo giusto solo perché si chiamava Giusto. Ne alcuno si è mai rivolto a lui per avere un giusto giudizio o giustizia. Mio zio Primo era un gran ciclista, ma nonostante ciò non è mai arrivato primo a una gara ciclistica nonostante si chiamasse Primo!
Ora è venuto il momento di chiederci e riflettere su quale sia lo scopo reale dell’ INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF THE FIGURATIVE ELEMENTS OF MARKS, VIENNA CLASSIFICATION e dell’ EUIPO FIGURATIVE CLASSIFICATION MANUAL.
Quest’ultimo ha recepito il primo secondo quanto stabilito dagli agenti della UNIONE EUROPEA di cui fanno parte anche gli agenti della “REPVBBLICA ITALIANA”. Vedi WIPO di cui sotto:
Nella WIPO la “grammatica” è stata definita in modo assoluto. A titolo di esempio vedi:
Trovo interessante notare come, giustamente, anche una singola lettera venga considerata e classificata prima di tutto come un simbolo, e in quanto tale registrabile,. Per esempio GA (Giorgio Armani).
Dopo tutta questa disquisizione su come scrivere un nome in diversi modi per registrarne la proprietà intellettuale, è bene chiedersi cosa impedirebbe o impedisce ad alcuni commercianti senza scrupoli di registrare una intera lingua a partire dall’alfabeto? Capita l’implicazione?
THE GAME OF…ROME!
Detto tutto questo comprendi bene come COMUNE DI ROMA sia diverso da ROMA, che è diverso da CITTÀ DI ROMA, che è diverso da ROMA CAPITALE, che è diverso da ROMA.
Se vai alla pagina della privacy e cookie del sito www.comune.roma.it a oggi trovi scritto quanto sotto:
“Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali è il Sindaco di Roma Capitale […]”
A piè di pagina della home trovi scritto semplicemente:
“Piazza del Campidoglio 1, 00186 Roma così come anche nell’albo pretorio online trovi sempre solo ROMA”
Che si siano sbagliati a scrivere? mah! Tu cosa ne pensi?
E se ti dicessi che una cosa è il territorio sul suolo e sulla terraferma, preesistente persino alla comparsa dell’uomo, che solo successivamente ha cominciato a ospitare la città di Roma e un’altra cosa è la città di Roma dalle vetuste origini? Se ti dicessi che un’altra cosa ancora è la sua rappresentazione in simboli, poi chiamati lettere, infine chiamati Roma, e un’altra cosa è l’azienda che fornisce servizi ai “cittadini” di nome “CITTÀ DI ROMA”? Ed è un’altra cosa ancora il Comune di Roma, secondo l’Istat infatti Roma si scrive solo Roma. Arghhh…maledetto gioco dei nomi. Che sia fatto apposta per trarci in inganno? Per creare confusione?
Quindi, a te è chiaro dove abiti? Nella città di Roma, in ROMA CAPITALE, nel comune di Roma o in Città di Roma o forse invece vivi sul suolo e sulla terra ferma, sul pianeta terra, in un luogo anche comunemente detto-conosciuto attraverso il suono del nome roma? Se ti dico a parole roma e ROMA riesci a capire quando, parlando, uso la maiuscola e quando non lo faccio? cosa pensi possa significare questo fatto?
Indirizzi…il gioco dei nomi!
Per estrapolazione puoi fare anche due riflessioni sul significato di un indirizzo. Ad esempio appartamento al numero civico 10 di Via Roma, Torino, 18° piano fuori terra, cosa vuol dire? Certamente è un indirizzo perché ti indirizza a un luogo specifico, ma quando questo indirizzo viene registrato pare che “accidentalmente” anche il luogo reale sulla terra ferma e sul suolo lo diventi. E’ corretto? Pare che qualcuno abbia voluto stabilire un’identità tra la cosa e il nome che la indica. Molto sottilmente, grazie a questo arteficio, proprietà e beni sono divenuti di pochi.
CAPITIS DIMINUTIO
Per concludere voglio scrivere due parole sulla CAPITIS DIMINUTIO, che è una regola importante nel gioco dei nomi. Nel Black’s Law Dictionary trovi una “autorevole” definizione che così esordisce: “In Roman law, A diminishing or abridgment of personality”, tradotto “Nella legge Romana, una diminuzione o un riduzione della personalità” . Su wikipedia si dettaglia, attraverso lo studio di importanti fonti: “La locuzione latina deminutio capitis, tradotta letteralmente, significa diminuzione di diritti. Per gli antichi romani la deminutio capitis comportava un prioris status permutatio ossia un mutamento nel precedente status della persona.”
Oppure per la Biblioteca Nazionale Centrale Firenze, Nuovo Soggettario THESAURUS: “Nel diritto romano, espressione che indicava la perdita subita da parte di un individuo della libertà e della cittadinanza o solo della cittadinanza o della posizione occupata nella famiglia.”.
Quindi ricapitolando, già il nome ti indica ma non sei tu. Poi l’incorporazione del nome lo rende una finzione giuridica specifica, come quella della persona, che di nuovo non sei tu. Poi il modo di scrivere detta finzione giuridica, tutta in minuscolo, solo con le iniziali in maiuscolo, solo con il cognome in maiuscolo e iniziale del nome in maiuscolo o tutto maiuscolo, ancora diminuisce la “capacità giuridica” di quella persona. Ora sei davvero convinto di volere acquisire la capacità giuridica al momento della nascita? Come recita l’articolo 1 del codice civile?
Avete dimenticato la cosa più importante le definizioni semantiche della parola Persona che si evidenzia solo con il suo Nome proprio ma che discende da una famiglia che si evidenzia con il Cognome