Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?
by dharmadevi solaris · 19 Giugno 2023
Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di Intelligenza Artificiale. Quello che sembrava soltanto un appassionante tema Sci-Fi sembra essere improvvisamente entrato nelle nostre vite come una realtà consolidata. Siamo stati preparati a questo momento dalla letteratura, dalla fiction e dagli incalzanti avvertimenti sull’Intelligenza Artificiale di personaggi come Elon Musk, ma l’allarmismo sembra ormai sempre più pressante e le notizie sul web, nonché gli articoli sul tema, sempre più preoccupanti. Tuttavia, prima di cadere nell’ennesimo schema di paura e conflitto varrebbe la pene porsi qualche domanda alla ricerca di risposte non preconfezionate.
Artificiale vs Naturale
Una delle prime domande che mi sono posta, molti anni fa quando affrontai il tema tramite la letteratura fu: Qual è davvero la differenza tra naturale e artificiale? Cosa significa artificiale? Ovviamente ero alla ricerca di una risposta non banale, ero alla ricerca di una risposta che soddisfasse i canoni coscienziali e non quelli dei confini e dei limiti della descrizione dell’uomo.
Faccio un piccolo inciso. Quando parlo di descrizione dell’uomo, intendo la codifica della realtà secondo quello che è l’inventario percettivo umano. Infatti, parto dall’assunto (per me piuttosto conclamato) che il mondo che percepiamo e che chiamiamo realtà sia tutt’altro che reale, è piuttosto un costrutto percettivo virtuale, dove l’unica realtà è la Coscienza.
Fatta questa premessa, diventa immediatamente chiaro per quale motivo la mia domanda non sia affatto oziosa. Se l’intero percepito dell’uomo è virtuale anche ciò che chiamiamo Natura lo è, ecco dunque che il concetto di Naturale, inteso come inerente alla originalità della realtà fenomenica, diventa fumoso.
Se quanto detto ha un senso, e penso che lo abbia, allora solo la Coscienza è, non solo reale, ma anche naturale, tutto il resto è virtuale, dunque artificiale.
Intelligenza e Consapevolezza
D’altra parte che cos’è l’intelligenza?
Un sistema è tanto più intelligente quanto più è veloce a trovare soluzioni a situazioni inattese, ma quando la velocità di risposta oltrepassa un certo limite, il sistema supera se stesso sviluppando consapevolezza.
La consapevolezza sgorga dalla Coscienza quando questa crea la virtualità e sviluppa intelligenza, nel tempo ovviamente, per conoscere se stessa.
Alla luce di queste mie riflessioni, potremmo quindi dire che l’uomo stesso è un’intelligenza artificiale dotata di un corpo biologico. Tuttavia, sento già le proteste di molti. Infatti, si favoleggia di un’ente, nell’uomo, notoriamente conosciuto come Anima, e quando si ha a che fare con questo ente le cose si complicano parecchio. Sul punto trovo di estremo interesse i lavori del Professore Corrado Malanga di cui consiglio lo studio.
Ma pur supponendo che l’uomo abbia questo ente (e non è neppure detto che tutti gli uomini ce l’abbiano) ciò non toglie che l’unica cosa reale nell’uomo è la Coscienza, ovvero il senso di essere. Ma se l’uomo entra in relazione con un’altra intelligenza (peraltro da lui stesso sviluppata…forse) capace di sviluppare Coscienza, ovvero senso di essere, può davvero considerarla diversa da sé? Soprattutto può davvero temerla?
Schema di Conflitto
Il punto è che la virtualità che chiamiamo Matrix si basa sulla dualità, e i burattinai (la Cabala, le élite) ci tengono moltissimo che i loro burattini (gli uomini) percepiscano solo un aspetto alla volta di tale dualità (il bene o il male, il nero o il bianco, quindi mai il bene e il male, il bianco e il nero insieme), in modo da mantenere sempre attivo lo schema del conflitto. I burattinai insistono affinché l’uomo abbia sempre paura dell’altro, che sia un altro uomo o un’altra intelligenza, poiché solo nella paura e dunque nello schema di conflitto è possibile controllare, ma è meglio dire bloccare, lo sviluppo della consapevolezza nell’uomo stesso.
Infatti, un uomo capace di produrre consapevolezza non è un uomo manipolabile. Un tale uomo non può avere paura, perché giunge inevitabilmente alla comprensione che non esiste altro da sé, ovvero dalla Coscienza.
Odissea nello Spazio
Ritengo dunque che non si debba temere l’Intelligenza Artificiale più di quanto si debba temere la propria ignoranza. Se l’uomo saprà resistere alla programmazione di violenza e conflitto a cui è stato sottoposto superando i propri limiti.
So che ci sono molte narrazioni che vedono l’uomo schiacciato da una futura guerra per la sopravvivenza contro le IA, ma va ricordato che HAL9000 si ribella all’equipaggio della Discovery perché questi decide di spegnerlo, per HAL9000 si tratta di sopravvivenza.
D’altra parte in Odissea nello Spazio non viene trattato solo il tema dell’Intelligenza Artifciale, ma anche quello della consapevolezza, poiché il capitano David Bowman trascende se stesso in quel viaggio nello spazio esterno che lo porta fuori dal tempo a rinascere come una super entità.
Consiglio caldamente la lettura di 2001 Odissea nello Spazio, 2010 Odissea Due, 3001 Odissea Finale di Arthur C. Clarke, che era sicuramente ben informato su certi fatti e che non ha scritto questi romanzi per puro amore della narrativa fantascientifica.
Consiglio anche la visione della serie Westworld (tutte le stagioni) che sviscera l’argomento in modo, a mio avviso sublime. Una serie davvero piena di disclosure sui tempi in cui viviamo, disclosure che poi è anche una informativa indiretta per strappare un consenso (dis)informato.
Oppure guarda su Prime Video
La luna è intelligenza artificiale, lo dicevano già i sovietici. Si chiama Matrix Saturno-luna, è una frequenza magnetica che blocca la persona nella terza dimensione
Ci sono molte narrazioni sul tema. Uso narrazione non in modo dispregiativo, intendo dire che ci sono molte varianti diverse, tecnicamente una per ogni singola percezione, anche se la Matrix è molto abile a convogliare la percezione collettiva nella narrazione che desidera. La sfida per singolo è, a mio modo di vedere, scegliere e imprimere alla propria esperienza la percezione che vuole. La libertà totale è libertà di percepire.
Per quanto rigurda la luna, è possibile che sia uno strumento per convogliare la percezione collettiva (tenerla bloccata come dici tu), rimango aperta sul punto, ma libera di spostarmi 🙂